Qualsiasi azione mettiamo in campo per ridurre l’inquinamento digitale, bisogna sempre ricordare il ruolo importante, se non cruciale, che hanno i data center.

Che ci piaccia o no, viviamo in un mondo di dati e dietro evoluzioni come l’Intelligenza Artificiale applicata a vari settori, l’utilizzo di numeri per capire come si muovono le persone e altro ancora, ci sono sempre loro: i data center. Che, lo ricordiamo, sono delle strutture fisiche centralizzate che ospitano server, storage, gruppi di continuità e tutto quello che consente di governare i servizi a supporto del business.

Se un’azienda (ma anche un’organizzazione in senso più ampio) riesce ad andare avanti è perché i data center funzionano 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno, feste incluse.

È evidente che, per fare ciò, i data center siano parecchio energivori, rappresentano, infatti, circa l’1,5% del consumo globale. Per questo, scegliere un data center green e che presti particolare attenzione alla sostenibilità è più importante di quanto si creda.

Vediamo in questo articolo quali sono 10 data center green e sostenibili in Italia e nel mondo.

Data center italiani: quali sono quelli green

Iniziamo con una selezione di alcuni data center italiani realizzati da aziende che si distinguono per l’impegno nei confronti della sostenibilità ambientale e digitale. Di ognuno vi diciamo dove si trova, le caratteristiche principali e perché possiamo considerarlo green.

🌿 CSI –  Torino e Vercelli

Il nostro viaggio tra i data center sostenibili inizia in Piemonte con CSI che ha il suo data center primario a Torino e il secondario a Vercelli, entrambi certificati ISO 50001, ossia con un sistema di Gestione dell’Energia (SGE) che consente di migliorare in maniera continua le prestazioni. CSI, come racconta sul suo sito, ha raggiunto, per quel che riguarda i consumi, dei “minimi storici” grazie al continuo aggiornamento tecnologico.

Ha infatti ridotto i consumi giornalieri per server del 30% sul data center di Torino (che occupa 1000 metri quadrati con grandi sale all’interno), ha abbassato i consumi annuali di energia elettrica del 5% e aumentato l’efficacia degli impianti dell’1,6%. I dati si riferiscono al 2021 e in attesa di quelli più aggiornati sono sicuramente indicativi di quanto  propone l’azienda.

🌿 Gruppo Elmec – Brunello (Varese)

In provincia di Varese, con esattezza a Brunello, il Gruppo Elmec ha dato vita al proprio data center nel 2019 che è 100% green. Una struttura che infatti strizza l’occhio alla sostenibilità in tantissimi modi.
In primo luogo il progetto è partito dalla bonifica di una zona industriale: 1300 metri quadrati che prima erano destinati allo stoccaggio di amianto e rifiuti oleosi. Come si legge sul sito, questo data center vanta un sistema di raffreddamento Smart. Cosa significa? Che è capace di modificare il proprio impulso al variare della temperatura esterna e questo è un aspetto, in ottica di sostenibilità, tutt’altro che trascurabile.

Inoltre, il data center punta sull’illuminazione al LED che brilla ma non satura l’ambiente e non emette raggi UV. Un data center green anche grazie al fatto che sull’edificio sono installati pannelli fotovoltaici forniti da ELMEC Solar.

🌿 Executive Service SRL – Bologna

Dalla Lombardia all’Emilia Romagna la distanza è breve specie se si parla di data center green. A Bologna c’è il green data center di Executive Service SRL dal nome 00Gate – Emissioni Zero.

Si tratta di un data center con una struttura in legno, materiale scelto perché ha un’alta resistenza al fuoco (aspetto tutt’altro che trascurabile quando si parla di data center) e con un’elevata trasmittanza termica, oltre a essere antisismico. Anche in questo caso è importante il ruolo dell’impianto fotovoltaico che riesce a trasformare il data center in un impianto a energia positiva: ce n’è disponibile più di quella che di fatto viene consumata nell’arco della giornata.

🌿 Aruba – Bergamo, Arezzo e Roma

Anche i data center di Aruba strizzano l’occhio all’ambiente e al green. Collocati a Bergamo, Arezzo e Roma, rientrano all’interno della strategia di Aruba che ha, nel momento in cui scriviamo, – dopo il nuovo acquisto fatto nel 2023 di due nuove centrali idroelettriche in provincia di Bergamo –  7 impianti idroelettrici dell’azienda dislocati nel nord Italia.

Il tutto per un totale di 9,2 MW di potenza per la produzione di energia pulita. Aruba Enterprise infatti realizza data center “green by design”, cioè ideati, progettati e costruiti secondo standard di efficienza energetica molto elevati, per essere alimentati al 100% da energie rinnovabili e per raggiungere l’obiettivo zero emissioni.

🌿 ENI – Ferrera Erbognone (Pavia)

Possiamo annoverare anche ENI tra le aziende costruttrici di data center green. Inaugurato nel 2013, si trova a Ferrara Erbognone in provincia di Pavia. Grazie al design complessivo di edifici e impianti, nel 2020 il suo PUE stato pari a 1,162, come si legge sul sito “a fronte di una media mondiale pari a 1,620”. Ha quindi bisogno di meno energia elettrica rispetto ad altri. Ospita un supercomputer, HPC5, inaugurato il 6 febbraio 2020, e il suo predecessore HPC4, installato nel 2018.

Data center green all’estero

Ed ecco ora una selezione di alcuni data center green all’estero, dislocati in vari Paesi europei e non solo.

🌿 Terra Cloud e Schneider Electrics

Terra Cloud è parte di Wortmann AG e gestisce un data center da 5 MW a Hüllhorst, nel nord-ovest della Germania. Le sue strutture forniscono un’ampia gamma di servizi mission-critical per società cloud e piccole e medie imprese (PMI), tra cui colocation e hosting, Infrastructure-as-a-Service (IaaS) e Software-as-a-Service (SaaS), storage, Disaster Recover (DR) e back-up.

Ha di recente implementato il gruppo di continuità Galaxy VL di Schneider Electric con batterie agli ioni di litio che permettono di avere un’efficienza del 99%. L’azienda è andata nell’ottica della sostenibilità riciclando la tecnologia dei propri data center dando così una seconda vita a server e altri componenti.

Ma non si ferma qui: la strategia di sostenibilità prevede di utilizzare energia eolica e solare. Insieme a Schneider Electric, Terra Cloud ha dato vita a un prototipo di raffreddamento a liquido a immersione a livello di telaio. Si tratta di un sistema che sfrutta la maggiore capacità termica del liquido, che assorbe e trasporta il calore a un ritmo elevato in modo molto efficiente rispetto al raffreddamento ad aria o alla conduzione solida.

🌿 Ark Data Centers

Dalla Germania ci trasferiamo nel Regno Unito dove si trova Ark Data Centers. L’obiettivo è ridurre al minimo l’impatto ambientale ecco perché l’azienda fa parte di CNDCP (Climate Neutral Data Centre Pact), un gruppo di operatori di data center e associazioni di categorie che sfruttando la tecnologia e la digitalizzazione si propone di rendere l’Europa “climaticamente neutrale” entro il 2050. Come si legge sul sito, l’idea è che i data center siano parte attiva per raggiungere l’obiettivo pertanto si aspira a renderli neutrali entro il 2030.

Cosa fa Arka Centers in dettaglio? Ha ridotto notevolmente il consumo d’acqua, si avvale di quella piovana per garantire sistemi di raffreddamento evaporativo e ha costruito edifici in acciaio anziché in cemento. Inoltre, per limitare ulteriormente l’impatto sull’ambiente, l’azienda seleziona accuratamente i macchinari che utilizza e promuove il riciclo presso clienti, fornitori e visitatori. 

🌿 Iron Mountain

Anche Iron Mountain ha l’obiettivo di raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2030 e il livello di emissioni zero entro il 2040 (dieci anni prima dell’Accordo sul clima di Parigi), anno in cui mira a utilizzare il 100% di elettricità pulita.

Alimentata al 100% da energia rinnovabile, questa azienda, con sede negli USA, è stata la prima a costruire un data center con certificazione di progettazione bioedilizia BREEAM (Building Research Establishment Environmental Assessment Method) in Nord America. Come si legge sul sito: “In qualità di firmatari del Climate Neutral Data Center Pact, ci impegniamo chiaramente a raggiungere un basso PUE, a utilizzare responsabilmente l’acqua e a riutilizzare il calore residuo quando possibile.

🌿 Equinix

Con sede a Redwood City, in California, Equinix si presenta come “l’azienda mondiale di infrastrutture digitali”: opera infatti in America e Asia e copre svariati settori. Il suo essere green si esplica nell’obiettivo nel voler raggiungere le emissioni zero nel 2030, ma non solo: consiste anche nel lavorare in ottica di costante innovazione tecnologica.

Come? Con sistemi di controllo adattivi che riducono il consumo di energia e aumentano la capacità di raffreddamento tramite una gestione attiva del flusso d’aria utilizzando sensori intelligenti distribuiti e politiche di controllo innovative. Punta inoltre su sistemi di contenimento con corridoio caldo/freddo, sistemi di illuminazione a LED, celle a combustibile secondo cui l’elettricità viene collocata in prossimità del punto di consumo energetico, consentendo al contempo la massima efficienza e una maggiore resilienza.

🌿 Google Cloud

Anche Google lavora in ottica green, e da parecchio tempo: è stata infatti la prima grande azienda a diventare carbon neutral nel 2007. Da 5 anni è inoltre la prima grande azienda a utilizzare il 100% di energia rinnovabile.

Come si legge sul sito, i data center di Google utilizzano molta meno energia rispetto a un data center tradizionale. Viene portata la temperatura a 26,7 °C, si utilizza l’aria esterna per il raffreddamento e si punta a server personalizzati. L’azienda condivide costantemente dati dettagliati sulle prestazioni per contribuire al progresso dell’intero settore. Google ha ridotto la sua energia infrastrutturale (vale a dire legata al raffreddamento e alla trasformazione di energia) dell’11%.

Questi sono ovviamente solo alcuni esempi di data center che hanno messo in atto importanti pratiche per ridurre l’inquinamento ambientale e di conseguenza aumentare la sostenibilità digitale. Un aspetto tutt’altro che trascurabile quando si sceglie il fornitore di infrastrutture: la garanzia di sostenibilità, infatti, non deve essere seconda rispetto alle tecnologie offerte.


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