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Ogni ricerca su Internet emette 1,7 grammi di CO2, circa la metà di quella generata dalla preparazione di una tazza di tè. Un solo server può arrivare a produrre da 1 a 5 tonnellate di anidride carbonica all’anno.
Quando pensiamo ai fattori che contribuiscono al cambiamento climatico, la navigazione in Internet non è probabilmente la prima cosa che viene in mente.
Ogni attività online richiede energia, contribuendo così alla nostra impronta di carbonio.
Le emissioni annue di un server possono arrivare a 5t di CO2e
Il digitale contribuisce del 3,9% alle emissioni di CO2e mondiali
Un’ora di streaming può arrivare ad emettere fino a 1kg di CO2e
Ti sei mai chiesto quanto inquina una mail?
Non tutte le email sono uguali in termini di emissioni di CO2.
Anche piccoli gesti, come ridurre l’invio di email non necessarie, possono contribuire a diminuire l’impronta di carbonio digitale.
Il 55% dei consumatori crede che i brand abbiano un ruolo più importante dei governi nel creare un futuro migliore.
Il 78% dei consumatori intervistati rinuncerebbe a un brand conosciuto in favore di uno più attento alla sostenibilità.
Affrontare le emissioni dello Scope 3 è spesso una sfida per le aziende poiché sono difficili da misurare e gestire. Il sito web rappresenta una componente dello Scope 3 su cui l’azienda può intervenire direttamente per ridurre le emissioni.
I siti web del futuro
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Secondo il Global Carbon Project, se Internet fosse un paese, sarebbe il 4° al mondo per emissioni di CO2. Ridurre l’impatto dei siti web non è solo un’opportunità per l’ambiente, ma anche per migliorare la competitività online:
Google favorisce nei risultati di ricerca i siti più green.
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