Quello con l’Agenda 2030 è un appuntamento che tutti gli Stati non vogliono e non possono sicuramente mancare, e questo non solo perché i problemi relativi al cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti, ma anche perché è evidente che non abbiamo molte altre chance per cambiare le cose.

In tutto ciò si inserisce l’Obiettivo 17 “Partenariati per realizzare gli obiettivi” che, come si può intuire, svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la cooperazione multilaterale, la solidarietà e l’azione collettiva per raggiungere gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) e costruire un mondo più equo e all’insegna di una vera sostenibilità.

Dopo aver dunque visto su questo blog in cosa consiste l’Obiettivo 13, focalizziamo la nostra attenzione sull’Obiettivo 17 dell’Agenda 2030. Ma prima di entrare nel merito, ricordiamo cos’è l’Agenda 2030 e com’è nata.

Cos’è l’Agenda 2030

Adottata dalle Nazioni Unite il 25 settembre 2015, l’Agenda 2030 rappresenta l’impegno globale per affrontare le sfide più urgenti dei nostri giorni e costruire un futuro sostenibile per tutti. 

In vigore dal 2016, l’Agenda consta di 17 obiettivi di sviluppo sostenibile – l’acronimo SDG sta infatti per Sustainable Development Goals – e costituisce il quadro di riferimento per gli Stati membri dell’ONU che si sono dichiarati disponibili a raggiungerli insieme entro il 2030. 

Obiettivi che, di fatto, sono una prosecuzione degli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite (2000-2015) che, quando sono stati fissati, rappresentavano il primo passo a livello internazionale per risolvere problemi come l’eliminazione della fame nel mondo, della povertà e per adottare miglioramenti per favorire l’accesso all’istruzione. Detto questo, vediamo in cosa consiste l’Obiettivo 17 dell’Agenda 2030. 

Obiettivo 17: cos’è e perché è importante

L’Obiettivo 17 “Partnership per gli obiettivi” mira a rafforzare i mezzi di attuazione e a rinnovare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile. Si concentra pertanto sull’importanza di mobilitare risorse finanziarie, tecnologiche e umane, nonché sull’incoraggiare la cooperazione tra governi, settore privato, organizzazioni non governative e altre parti interessate. Inoltre, promuove la condivisione di conoscenze, esperienze e risorse per affrontare sfide comuni.

Attraverso questo obiettivo, i Paesi più sviluppati ribadiscono l’intenzione di destinare lo 0,7% del loro PIL all’aiuto pubblico allo sviluppo, ma non solo: per ridurre la dipendenza dei paesi meno sviluppati bisognerà incentivare la mobilitazione di risorse locali, favorire la collaborazione internazionale, promuovere la stabilità macroeconomica e la coerenza politica a favore dello sviluppo sostenibile.
Vediamo le caratteristiche chiave dell’Obiettivo 17.

Le caratteristiche chiave dell’Obiettivo 17

Ecco quali sono gli aspetti chiave dell’Obiettivo 17 dell’Agenda 2030.

Cooperazione multilaterale: L’Obiettivo 17 sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale e della solidarietà per affrontare le sfide globali, tra cui cambiamenti climatici, povertà, disuguaglianze e mancanza di accesso ai servizi di base.

Partenariati pubblico-privati: Promuove la collaborazione tra governi, settore privato e società civile per implementare soluzioni sostenibili e innovazioni che possano accelerare il progresso verso gli SDG.

Accesso alle tecnologie e all’informazione: L’Obiettivo 17 riconosce il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) nel favorire lo sviluppo sostenibile e promuovere l’inclusione digitale.

Scambio di conoscenze ed esperienze: Incoraggia lo scambio di best practice, esperienze e conoscenze tra paesi e organizzazioni per favorire un apprendimento reciproco e migliorare l’efficacia delle politiche e delle strategie.

Quali sono i target dell’Obiettivo 17?

Come riportato nella versione integrale dell’Agenda 2030 ogni Obiettivo è suddiviso in target ben precisi che possono aiutare gli stati a sviluppare delle strategie più efficaci.

Nel caso dell’Obiettivo 17 sono suddivisi per Finanza, Tecnologia, Costruzione di competenze e capacità, Commercio e Questioni Sistemiche.

Vediamoli tutti in dettaglio.

🌱 Finanza

17.1 – Consolidare la mobilitazione delle risorse interne anche attraverso l’aiuto internazionale ai paesi in via di sviluppo per aumentarne la capacità fiscale interna e la riscossione delle entrate.

17.2  – I paesi industrializzati devono rispettare i loro impegni ufficiali di aiuto allo sviluppo, incluso l’obiettivo di destinare lo 0,7 % del reddito nazionale lordo per l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS/RNL) ai paesi in via di sviluppo e destinare dallo 0,15 al 0,20 % del APS/RNL ai paesi meno sviluppati; i fornitori mondiali di aiuto pubblico allo sviluppo sono invitati a fornire almeno lo 0,20 per cento del APS/RNL ai paesi meno sviluppati.

17.3 – Mobilitare ulteriori risorse economiche per i paesi in via di sviluppo da più fonti.

17.4 – Aiutare i paesi in via di sviluppo a sostenere il debito a lungo termine attraverso politiche coordinate volte a stimolare il finanziamento, la riduzione e la ristrutturazione del debito, e affrontare il debito estero dei paesi più poveri e più fortemente indebitati al fine di ridurne il peso.

17.5 – Adottare e applicare regimi di promozione degli investimenti per i paesi meno sviluppati.

🌱 Tecnologia

17.6 – Rafforzare la cooperazione Nord-Sud, Sud-Sud, la cooperazione triangolare regionale e internazionale e l’accesso alle scoperte scientifiche, alla tecnologia e alle innovazioni, e migliorare la condivisione della conoscenza sulla base di modalità concordate attraverso un maggior coordinamento tra i meccanismi già esistenti in particolar modo a livello delle Nazioni Unite e attraverso un meccanismo globale di accesso alla tecnologia.

17.7 – Promuovere nei paesi in via di sviluppo la crescita, lo scambio e la diffusione di tecnologie rispettose dell’ambiente a condizioni favorevoli, attraverso patti agevolati e preferenziali stabiliti di comune accordo.

17.8 – Entro il 2017 rendere operativo il meccanismo per il rafforzamento della tecnologia della banca e della scienza, della tecnologia e dell’innovazione per i paesi meno industrializzati e rafforzare l’uso della tecnologia avanzata in particolar modo nell’informazione e nelle comunicazioni.

🌱 Capacità di sviluppo

17.9 – Accrescere il supporto internazionale per implementare nei paesi non industrializzati uno sviluppo delle capacità efficace e mirato al fine di sostenere i piani nazionali per la realizzazione di tutti gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile, attraverso la cooperazione Nord-Sud, Sud-Sud e quella triangolare.

🌱 Commercio

17.10 – Promuovere un sistema di scambio universale, regolamentato, aperto, senza discriminazioni e multilaterale sotto il controllo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, attraverso negoziazioni nell’ambito dell’Agenda di Doha per lo Sviluppo.

17.11 – Incrementare considerevolmente le esportazioni dei paesi emergenti e, entro il 2020, raddoppiare la quota delle loro esportazioni globali.

17.12 – Realizzare tempestivamente per i paesi meno sviluppati un accesso al mercato libero da dazi e quote su basi durevoli, coerente con quanto deciso dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, assicurando che le regole preferenziali applicabili alle importazioni dai paesi meno sviluppati siano semplici e trasparenti e contribuiscano a facilitare l’accesso ai mercati.

🌱 Questioni sistemiche

Coerenza politica e istituzionale

17.13 – Promuovere la stabilità macroeconomica globale attraverso il coordinamento e la coerenza politica.

17.14 – Accrescere la coerenza politica per lo sviluppo sostenibile.

17.15 – Rispettare lo spazio politico e la leadership di ogni paese per istituire ed implementare politiche per la lotta alla povertà e per lo sviluppo sostenibile.

Programmi di collaborazione plurilaterale

17.16 Intensificare la partnership globale per lo Sviluppo Sostenibile, coadiuvata da collaborazioni plurilaterali che sviluppano e condividono la conoscenza, le competenze, le risorse tecnologiche e finanziarie, per raggiungere gli obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile in tutti i paesi, specialmente in quelli emergenti.

17.17 Incoraggiare e promuovere partnership efficaci nel settore pubblico, tra pubblico e privato e nella società civile basandosi sull’esperienza delle partnership e sulla loro capacità di trovare risorse.

Dati, monitoraggio e responsabilità

17.18 – Entro il 2020, rafforzare il sostegno allo sviluppo dei paesi emergenti, dei paesi meno avanzati e dei piccoli stati insulari in via di Sviluppo (SIDS). Incrementare la disponibilità di dati di alta qualità, immediati e affidabili andando oltre il profitto, il genere, l’età, la razza, l’etnia, lo stato migratorio, la disabilità, la posizione geografica e altre caratteristiche rilevanti nel contesto nazionale.

17.19 – Entro il 2030, partire dalle iniziative esistenti per sviluppare misure di progresso nell’ambito dello sviluppo sostenibile che completino il prodotto interno lordo, e supportare la capacità di sviluppo dei paesi emergenti.

Politiche per promuovere l’Obiettivo 17

La situazione mondiale

Come abbiamo accennato all’inizio di questo articolo, l’Obiettivo 17, in un certo senso, rappresenta la “summa” di tutti gli obiettivi perché, senza rafforzare i partenariati e il favorire la cooperazione multilaterale, è difficile raggiungere gli SDG.
Ma cosa è stato fatto fino adesso? Quali politiche sono state attuate?


Al 2030, come sappiamo, mancano 6 anni, ecco perché è importante capire a che punto siamo. Ci aiuta a farlo il report ONU sugli SDG del 2023, dal quale è emerso che solo il 12% degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) sta per essere raggiunto.


Per quanto riguarda l’Obiettivo 17, tout court, i paesi in via di sviluppo si stanno confrontando con un aumento senza precedenti dei livelli di debito esterno a seguito della pandemia di COVID-19, aggravato da sfide come l’inflazione record, l’escalation dei tassi di interesse, le priorità concorrenti e la capacità fiscale limitata, sottolineando l’urgente necessità di ristrutturazione del debito e di assistenza finanziaria.


Le tensioni geopolitiche e la rinascita del nazionalismo ostacolano la cooperazione e il coordinamento internazionale, evidenziando l’importanza di un’azione collettiva per fornire ai Paesi in via di sviluppo i finanziamenti e le tecnologie necessarie per accelerare l’attuazione degli SDG.

La situazione in Europa

Per quel che riguarda l’Europa, la relazione di Eurostat conferma quello che sta succedendo a livello globale. L’Obiettivo 17, insieme al 15, è quello per cui si sono fatti meno passi in avanti e per il quale l’Europa ipotizza progressi più marcati.
L’Eurostat infatti evidenzia come l’Obiettivo 17 risenta in parte di effetti ciclici, in particolare l’aumento del debito pubblico, dovuti alla crisi della COVID-19.

La situazione in Italia

Ad aiutarci a chiarire la situazione in Italia è il rapporto ASviS 2023 (ASviS è l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) che, in merito all’Obiettivo 17, evidenzia come il nostro Paese sia ancora molto distante dal target di destinare lo 0,70% del Reddito Nazionale Lordo per aiutare i Paesi in via di sviluppo.

Secondo i risultati del sondaggio Ipsos citato nel Rapporto ASviS 2023, il Goal 17 “Partnership per gli Obiettivi”, inoltre, non è proprio tra le priorità degli Italiani: lo considera tra gli SDG più rilevanti solo per il 3% e questo avrebbe a che fare con la percezione che le persone hanno in genere della società e delle relazioni tra gli individui. L’80% delle persone, infatti, teme che gli altri si approfitterebbero di loro e solo il 52% pensa che gran parte delle persone sia degna di fiducia. Eppure, per il 63% della popolazione italiana le persone nel mondo hanno più problemi in comune di quelli che li rendono differenti.

Il Rapporto ASviS inoltre sottolinea la scarsa importanza attribuita dalla politica italiana al rispetto degli impegni internazionali per la cooperazione allo sviluppo. L’Italia, pur essendo parte del G7, si colloca al 18esimo posto della classifica dei Paesi donatori.

Inoltre, sempre secondo l’ASviS, si sono registrati ritardi dei bandi dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo di 2-3 anni che hanno ridotto l’efficacia della politica di cooperazione allo sviluppo, impedendo la sinergia tra progetti e programmi dei vari attori e la costruzione di partenariati strategici, alla base dello stesso Obiettivo 17 dell’Agenda 2030.

Se, come abbiamo visto, siamo lontani dal raggiungere l’Obiettivo 17 sia a livello nazionale che europeo nonché globale, si può comunque partire dal “basso” per cercare di sviluppare un’azione collettiva che non solo aiuti a raggiungere gli SDG ma coinvolga in modo sostanziale la popolazione.

Come? Per esempio, affidandosi a Karma Metrix, Società Benefit, che collabora con aziende, istituzioni educative e media, si può creare un circolo di azioni virtuose, contribuire a diffondere la consapevolezza sulla sostenibilità e promuovere l’adozione di misure che vadano in tal direzione.

Un impegno che riguarda, in particolare, la sostenibilità digitale: creare una rete globale che tenga conto della produzione di CO2, in un mondo in cui Internet è spesso il mezzo ideale per favorire relazioni, creare partenariati e favorire lo sviluppo, è sicuramente un importante passo avanti. Passo che, ogni azienda può fare a partire da adesso.