Abbiamo avuto il piacere di intervistare Jonathan Pugerup di Green Future Project, una realtà innovativa impegnata nella promozione della sostenibilità ambientale. Ecco la sua visione.
- Quali sono i principali ostacoli o sfide che le aziende affrontano nell’implementazione di pratiche sostenibili e come vengono affrontate?
JP: “Uno dei principali ostacoli che le aziende devono affrontare è la mancanza di una struttura e organizzazione interna adeguata per integrare la sostenibilità nelle loro attività. Spesso, infatti, il concetto di sostenibilità aziendale viene frainteso e considerato come un elemento separato, un’iniziativa a sé stante che si affianca al modello di business tradizionale. Al contrario, le pratiche sostenibili dovrebbero permeare tutti i dipartimenti dell’azienda, diventando una componente essenziale del modo in cui ogni funzione opera.
È quindi fondamentale per le aziende affrontare questi ostacoli iniziando a creare una cultura interna di consapevolezza, in cui la sostenibilità e le pratiche sostenibili non siano più percepite come un costo, ma come un’opportunità strategica. Nel lungo termine, infatti, questo approccio può generare vantaggi sia in termini di riduzione dell’impatto ambientale, sia di rafforzamento del posizionamento competitivo dell’azienda, con ricadute positive anche sul piano economico.
La formazione interna è fondamentale, ma deve essere seguita da un piano di coinvolgimento degli stakeholder interni, per garantire che questi comprendano pienamente i benefici derivanti dall’implementazione di pratiche sostenibili. In questo modo, il valore generato potrà essere trasmesso anche agli stakeholder esterni, rafforzando l’impatto positivo dell’azienda.”
- Come pensi che l’adozione di tecnologie digitali possa contribuire alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile? Puoi fornire degli esempi concreti?
JP: ” L’adozione di tecnologie digitali può contribuire in modo significativo alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile, soprattutto perché facilita e accelera processi complessi che oggi richiedono molte risorse e tempo. Per esempio, nel caso di una strategia aziendale di decarbonizzazione, le aziende devono innanzitutto calcolare la loro Carbon Footprint per poi implementare strategie di riduzione.
Green Future Project, ad esempio, fornisce strumenti digitali che consentono alle aziende di sviluppare un know-how interno, offrendo maggiore controllo sulle loro strategie di sostenibilità. In particolare, semplifichiamo la raccolta dei dati e il calcolo delle emissioni di CO2e attraverso un software che non solo fornisce una panoramica dettagliata delle performance di sostenibilità aziendale, ma consente anche di monitorare vari KPI legati agli obiettivi ambientali per gli anni futuri.
Inoltre, le tecnologie digitali possono accelerare gli investimenti in progetti ambientali su scala globale, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. In Green Future Project, ad esempio, abbiamo creato una piattaforma tecnologica che permette alle aziende non solo di investire in progetti ambientali a livello mondiale, ma anche di monitorare e tracciare il loro impatto grazie a tecnologie satellitari avanzate. Questo tipo di trasparenza aiuta le aziende a comunicare efficacemente i risultati delle loro pratiche sostenibili agli stakeholder, offrendo una visione concreta e tangibile di quanto è stato raggiunto. La speranza è che queste pratiche incoraggino altre aziende a seguire percorsi di sostenibilità simili.”
- Quali sono i principali cambiamenti nel comportamento dei consumatori che hai osservato riguardo alla sostenibilità? Come l’azienda si adatta a queste nuove esigenze e aspettative dei clienti?
JP: ” Negli ultimi anni, i consumatori sono diventati sempre più consapevoli delle questioni ambientali e sociali, e questo si riflette chiaramente nelle loro scelte d’acquisto. Uno dei cambiamenti più rilevanti è la preferenza per prodotti e servizi sostenibili, con un crescente interesse per la trasparenza nelle pratiche aziendali e l’impatto ambientale di ciò che acquistano. Molti consumatori oggi valutano non solo la qualità del prodotto, ma anche il suo ciclo di vita, dal sourcing etico delle materie prime fino allo smaltimento.
Le aziende dunque si adattano a queste nuove esigenze dei consumatori allineandosi ai vari standard e certificazioni di riferimento per assicurarsi che da un lato sono compliant alle varie direttive che sono entrate in vigore, e allo stesso tempo incrementando la loro value proposition sul mercato.”