In un mondo in cui il digitale è sempre più protagonista, la sostenibilità diventa un tema di grande rilevanza e sempre più aziende e organizzazioni si impegnano per promuovere pratiche eco-compatibili che riducano il più possibile l’inquinamento digitale. 

Ma non sempre quello che viene promosso corrisponde alla realtà dei fatti ed è facile incappare in pratiche di digital greenwashing. Al pari del greenwashing, con queste due parole si indica quella tendenza a utilizzare strumenti e strategie di marketing digitale per presentarsi come attenti al verde, all’ambiente, pur mantenendo di fatto pratiche che vanno in tutt’altra direzione.

Vediamo di scoprire di più in questo articolo, partendo dallo spiegare meglio cos’è il digital greenwashing, vedere qualche esempio e dare qualche consiglio utile su come evitarlo. 

Cos’è il digital greenwashing e perché è importante

Come forse saprai, con greenwashing, nel senso tradizionale del termine o meglio nell’accezione più nota, si intende la pratica di promuovere prodotti o servizi come ecologici e sostenibili, “sfruttando” la tendenza sempre più crescente da parte dei consumatori nel fare scelte responsabili. 

Quando si aggiunge la parola digital a greenwashing, sostanzialmente si gioca nello stesso campo, ma si usa il digital marketing, la comunicazione online, le strategie SEO e i social media per amplificare la presenza di un’organizzazione o azienda come sostenibile.

Di fatto, parliamo di “digital greenwashing” quando vengono pubblicati post sui social media che evidenziano un’attenzione all’ambiente o alla riduzione dell’inquinamento digitale e non, oppure quando vengono create pagine e articoli sul sito web per far apparire l’azienda come eco-responsabile, anche se non è realmente così. Spesso, queste azioni includono uno studio accurato delle ricerche delle persone e l’ottimizzazione per essere trovati quando digitano determinate parole chiave sui motori di ricerca.

Un altro modo di fare digital greenwashing può essere quello di diffondere dei dati che non sono esattamente corrispondenti al vero riguardo alla propria attenzione nei confronti dell’ambiente, sfruttando il fatto che spesso le persone non vanno a verificare quanto leggono o lo fanno in maniera distratta. Chi punta sul digital greenwashing, infatti, tende a favorire la propria percezione di sé come positiva sapendo che solo in pochi vanno a fondo per capire qual è la realtà in cui si muove l’azienda. Vengono quindi manipolate le informazioni, esagerate oppure omesse in modo da influenzare la percezione dei consumatori. 

Esempi di digital greenwashing

Per fornire alcuni esempi, possiamo considerare casi di digital greenwashing quando un’azienda dichiara verbalmente di essere sostenibile – e lo comunica attraverso tutti i canali digitali – ma non fornisce prove concrete del proprio impegno. 

Un altro caso potrebbe essere quello di aziende che si affidano a data center che sono tutt’altro che green, così come aziende che dicono di contribuire a progetti di riforestazione, magari “dimostrando” quest’attenzione con un digital storytelling efficace, ma non sono affatto rispettose nei confronti di aree verde, parchi e tendono a usare metodologie altamente inquinanti quando potrebbero prestare maggiore attenzione. 

Altri esempi possono riguardare i canali digitali: è frequente incontrare siti web che si definiscono eco-friendly, ma che non forniscono dettagli specifici su cosa ciò significhi concretamente. 

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Questi appena citati sono alcuni esempi di digital greenwashing, ma come fare per capire quanto c’è di vero e quando quello che si trova online è completamente falso?

Come difendersi dal digital greenwashing

Come fare a capire che si è di fronte a casi di digital greenwashing? Ecco qualche consiglio.

🌱Cercare informazioni dettagliate

Il primo consiglio è quello di non fermarsi all’apparenza, ma cercare le fonti. Quando si naviga su un sito, si legge un post su LinkedIn, si visualizza un reel su Instagram bisogna considerare sempre che chi l’ha prodotto ha mostrato ciò che voleva. Ecco perché è importante fare delle ricerche “incrociate” e cercare certificazioni ufficiali, dati quantitativi, testimonianze di terze parti o verificare i bilanci di sostenibilità. Verificare punto per punto le affermazioni fatte da un’azienda o un’organizzazione è essenziale per comprendere se stanno effettivamente praticando il digital greenwashing o meno.

🌱 Valutare il quadro d’insieme

Altrettanto importante è non farsi sedurre da dichiarazioni, slogan, tweet ecc… Tutto quello che è isolato dal contesto “funziona” dal punto di vista di una comunicazione digitale che è sempre più celere, immediata e che punta dritto alle emozioni, ma non è detto sia reale.

Se un’azienda dichiara di essere sostenibile, ma allo stesso tempo le sue azioni hanno un impatto significativo e distruttivo sull’ambiente, potrebbe essere il caso di un digital greenwashing.

🌱 Non aver paura di fare domande

Non aver mai paura di fare domande su una comunicazione che ti è arrivata via mail, via WhatsApp o in merito a qualcosa che hai letto sul sito. Avere pubblicato online serve all’azienda per mostrarsi in un certo modo, ma allo stesso tempo dà al lettore l’occasione di poter chiedere di più e domandare chiarimenti qualora un dato non sia così comprensibile o sembra non essere esatto. Per questo è importante usare i commenti sotto i post social, scrivere e-mail, fare dei tweet in cui si menziona l’azienda: insomma cercare il confronto in ogni modo possibile. 

🌱 Guardare oltre il marketing

Non lasciarti influenzare solo dalle campagne pubblicitarie o dai messaggi di marketing. Cerca informazioni indipendenti e opinioni di esperti sulla reputazione e le pratiche sostenibili dell’azienda. Puoi consultare fonti come le valutazioni delle aziende sostenibili da parte di organizzazioni autorevoli o leggere recensioni e discussioni online che mettono in luce l’impegno reale di un’azienda per la sostenibilità.

🌱 Controllando le certificazioni

Un modo efficace per difendersi dal digital greenwashing è controllare le certificazioni. Le certificazioni ufficiali sono un indicatore affidabile dell’impegno di un’azienda verso la sostenibilità effettiva. Durante la ricerca di informazioni su un’azienda o un prodotto, è fondamentale cercare certificazioni riconosciute a livello internazionale o locali che attestino la conformità alle pratiche ambientali e sociali.

Non  bisogna dimenticare che il digital greenwashing, così come il greenwashing, è una minaccia per tutte le persone che vogliono fare scelte di acquisto sostenibili. Prediligere un servizio perché si pensa che rispetti l’ambiente, comprare un prodotto in cui sono stati limitati l’uso della plastica, degli imballaggi ecc…, come si è letto sul sito, e poi scoprire che non è realtà così è un “tradimento” a tutto tondo, sia come consumatore che come persona che crede in quello che le viene comunicato. Inoltre, rischia di minare la fiducia in un’azienda oltre che intaccare la consapevolezza che si ha rispetto al proprio ruolo nel mondo. Ecco perché bisogna esigere un’informazione digitale accurata, vera e trasparente per far sì che tutti possano scegliere in modo libero, ragionato e… sostenibile. 


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