Una semplice richiesta a ChatGPT, anche solo scrivere “grazie”, può generare un consumo di energia equivalente a quello necessario per far bollire un bicchiere d’acqua.

Secondo l’approfondimento pubblicato da Karma Metrix, l’addestramento e l’uso quotidiano di modelli linguistici come ChatGPT comportano emissioni di CO₂ significative, portando alla luce un aspetto poco considerato dell’uso dell’IA: la sua impronta ambientale.

L’Intelligenza Artificiale (IA) sta rivoluzionando numerosi settori, dall’industria alla sanità, offrendo soluzioni innovative e migliorando l’efficienza operativa. Tuttavia, questa tecnologia comporta anche un elevato consumo energetico, soprattutto durante l’addestramento di modelli complessi, contribuendo in modo diretto alle emissioni di gas serra.

È quindi fondamentale esplorare come l’IA possa essere sviluppata e utilizzata in modo sostenibile.

L’impatto ambientale dell’IA

L’addestramento dei modelli di IA, in particolare quelli basati su deep learning, richiede risorse computazionali ingenti. Secondo uno studio, l’addestramento di un singolo modello può generare emissioni equivalenti a quelle prodotte da cinque automobili durante l’intero ciclo di vita.

Inoltre, l’uso crescente di IA generativa — come chatbot, generatori di immagini e assistenti virtuali — aumenta ulteriormente la domanda energetica, in particolare nei data center, che secondo la IEA – International Energy Agency consumano già oggi circa il 3% dell’energia globale.

Alcuni giganti tech stanno cercando di affrontare la questione. Google e Microsoft, ad esempio, stanno adottando approcci diversi per gestire l’impatto ambientale delle loro tecnologie di IA: tra infrastrutture alimentate da fonti rinnovabili, compensazioni e algoritmi più efficienti.

IA al servizio della sostenibilità

Nonostante le sfide, l’IA può essere una potente alleata per la sostenibilità ambientale:

  • Ottimizzazione energetica: secondo uno studio riportato da Huffington Post Italia, gli algoritmi di IA possono ottimizzare la gestione delle reti elettriche, migliorando l’integrazione delle fonti rinnovabili e riducendo gli sprechi energetici.
  • Agricoltura di precisione: come evidenziato da CONAF (Consiglio Nazionale delle Ricerche in Agricoltura e Foreste), l’IA permette di analizzare dati da sensori e droni per ottimizzare l’uso di acqua e fertilizzanti, aumentando la produttività agricola e riducendo l’impatto ambientale.
  • Gestione dei rifiuti: secondo una ricerca di Ambienta Srl, i sistemi di visione artificiale basati su IA migliorano la raccolta differenziata e il riciclo, aumentando la precisione nello smistamento e diminuendo la quantità di rifiuti in discarica.

Verso una “Green AI

Per rendere l’IA più sostenibile, è necessario adottare pratiche e tecnologie che riducano il suo impatto ambientale:

Per minimizzare l’impatto dell’Intelligenza Artificiale servono strategie concrete:

  • Efficienza energetica: sviluppare algoritmi più leggeri e meno energivori, e utilizzare hardware a basso consumo.
  • Fonti rinnovabili: alimentare i data center con energia pulita, riducendo l’impronta di carbonio dell’infrastruttura tecnologica.
  • Monitoraggio delle emissioni: strumenti come Eco2AI permettono di tracciare il consumo energetico dei modelli, promuovendo consapevolezza e trasparenza.

Conclusione

L’Intelligenza Artificiale ha il potenziale per essere sia una sfida che una soluzione per la sostenibilità ambientale.

Bilanciare innovazione e responsabilità è oggi più che mai essenziale: se vogliamo costruire un futuro digitale più verde, dobbiamo iniziare dal modo in cui progettiamo, usiamo e interroghiamo l’IA.

Vuoi conoscere l’impatto ambientale del tuo sito web?

Scopri come Karma Metrix può aiutarti a misurare e ridurre le emissioni digitali, promuovendo una trasformazione sostenibile anche nel mondo online.