Sempre più persone oggi lavorano in smart working. È quanto emerge dall’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano che evidenzia come in Italia i lavoratori da remoto si attestino sui 3.585 milioni (dati 2023), registrando una leggera crescita rispetto ai 3,57 milioni del 2022 e un aumento deciso (+541%) rispetto al periodo pre-Covid. E se è ancora presto per conoscere quanti saranno nel 2024 (le statistiche saranno diffuse a fine anno), si stima comunque che il numero di smart worker in Italia raggiungerà i 3,65 milioni.
Questo si traduce in diversi vantaggi per i lavoratori e le lavoratrici – tra cui migliore work-life balance e maggiore flessibilità – ma richiede anche di avviare una riflessione sull’aumento dell’utilizzo di videocall o videochiamate, se vogliamo dirlo all’italiana.
Se da un lato sono lo strumento ideale per connettere persone che lavorano in sedi diverse, a volte anche in Paesi con fusi orari differenti, dall’altro utilizzarle così spesso ha un impatto ambientale non indifferente.
È quanto cerchiamo di analizzare in questo articolo, cercando di dare anche qualche consiglio su come gestire le videochiamate strizzando l’occhio all’ambiente.
Videochiamate: quanto inquinano?
Se non abbiamo dei dati oggettivi su quante siano in Italia le videocall effettuate ogni giorno possiamo però farci un’idea su quanto inquinino.
Lo studio condotto da Purdue University, Yale University e Massachusetts Institute of Technology pubblicato su Resources, Conservation & Recycling, sostiene che un’ora di videoconferenza o di streaming emette tra i 150 e i 1000 grammi di anidride carbonica. Per avere un termine di paragone, 1000 g di CO2 equivalgono alle emissioni di un’auto che percorre circa 4 km.
Pertanto, se da un lato si pensa che prendere i mezzi pubblici o andare in bicicletta fa bene all’ambiente (e di fatto è così), dall’altro bisogna considerare che gli sforzi fatti potrebbero servire a poco se ci si muove per andare in ufficio dove si starà per ore in video-call o si lavora in smart working facendo videochiamate su videochiamate.
Non solo: lo studio ha anche ipotizzato il consumo di risorse idriche delle infrastrutture che la rendono possibile, che va dai 2 ai 12 litri d’acqua, e l’occupazione del suolo che è di circa dieci pollici, pari alle dimensioni di un un iPad Mini.
Consigli per ridurre l’impatto delle videochiamate
Ragionare in ottica di impatto ambientale, può aiutarci a evitare videochiamate che non siano strettamente necessarie e a prendere alcuni accorgimenti.
Ecco dei consigli da mettere in pratica già oggi stesso.
1.Ridurre la risoluzione video della chiamata
Abbassare la qualità del video può ridurre significativamente il consumo di dati e di conseguenza l’impatto ambientale delle videochiamate. Molte piattaforme, tipo google meet, consentono agli utenti di regolare manualmente la risoluzione video nelle impostazioni.
2. Disattivare la fotocamera quando non è necessaria
Se è vero che vedersi in video, specie quando si interagisce con i clenti o con colleghi e colleghe che vivono in altre nazioni, è necessario per stabilire un contatto oltre che per riconoscersi, si può anche considerare di fare delle videochiamate senza attivare la fotocamera.
Utilizzare solo l’audio infatti può ridurre drasticamente il consumo di energia e può essere una buona alternativa quando la riunione è breve e focalizzata su alcuni aspetti che si discutono in 15-20 minuti così come quando si tratta di riunioni di allineamento periodiche sempre con le stesse persone. In questi due casi – che sono solo degli esempi – si può considerare di spegnere il video e così avere un impatto decisamente inferiore sull’anidride carbonica emessa oltre che sull’energia in generale.
Secondo quanto stimato dai ricercatori della Purdue University, della Yale University e del Massachusetts Institute of Technology, lasciare spenta la videocamera può ridurre l’impronta ecologica del 96%.
3.Ridurre il numero di partecipanti
Chiedersi: “È davvero necessario che alla videocall partecipino tutte le persone che fanno parte del team o del progetto?” è fondamentale ogni volta che si organizza una riunione. Ci sono casi in cui chi non è direttamente coinvolto non ha alcun interesse a prendere parte né ritiene utile la sua presenza.
Pertanto, quando si organizza una videocall, è necessario coinvolgere solo i diretti interessati. Limitare il numero di partecipanti può ridurre il traffico dati complessivo e quindi l’impatto ambientale.
4.Organizzare videocall solo quando necessario
Prima di avviare una videochiamata, bisogna considerare se è davvero necessaria. In alcuni casi, una comunicazione via e-mail o messaggio di testo possono essere altrettanto efficaci oltre che strizzare l’occhio all’ambiente.
5.Pianificare i contenuti della videocall
Ogni riunione dovrebbe avere un ordine del giorno o quantomeno una lista di argomenti che si vuole trattare. Questo è importante non solo per far sì che sia davvero efficace, ma per ridurne la durata. Non avere chiaro di cosa si vuole parlare e in quale ordine farlo fa sì che le riunioni durino più del necessario pertanto inquinino.
Pianificare la riunione vuol dire, inoltre, decidere una durata e rispettarla.
6.Scegliere piattaforme e software sostenibili
È altrettanto importante affidarsi a piattaforme e software che si impegnano attivamente per ridurre il loro impatto ambientale. Ad esempio, utilizzano server alimentati da energie rinnovabili o si impegnano nella compensazione delle emissioni di carbonio. Alcune piattaforme offrono anche la possibilità di utilizzare modalità a basso consumo energetico. Ecco alcuni esempi:
- Skype: offre un’opzione “Modalità a basso consumo energetico” che riduce la qualità video per risparmiare energia.
- Google Meet: offre un’opzione “Risparmio energetico” che ottimizza le prestazioni per ridurre il consumo di energia.
- Microsoft Teams: offre un’opzione “Modalità a basso consumo energetico” che riduce la qualità video e audio per risparmiare energia.
7.Aggiornare le policy aziendali
Una migliore gestione delle videochiamate, e il conseguente impatto sull’ambiente, dovrebbe anche essere tra le indicazioni da inserire nelle policy aziendale. Pertanto, se non è previsto, il consiglio è di aggiornarle integrando anche dei suggerimenti pratici su come gestire le call e facendo capire anche il perché di queste indicazioni.
Altrettanto efficace può essere appendere dei cartelli in azienda in cui si condividono delle best practice su come gestire le videochiamate.
Agire in questo modo è utile per migliorare la produttività, certo, ma anche e soprattutto per ricordarsi che l’inquinamento digitale è qualcosa che possiamo ridurre con alcune semplici accortezze.
8.Promuovere e diffondere consapevolezza
Sensibilizza i tuoi colleghi, amici e familiari sull’importanza di ridurre l’impatto ambientale delle videochiamate e condividi consigli su come farlo. L’adozione di comportamenti sostenibili può avere un impatto positivo collettivo.
Last but not least, oltre che concentrarsi sull’impatto ambientale delle videochiamate, è importante agire per ridurre la propria impronta digitale ed evitare che la propria comunicazione online, a partire dal sito aziendale, sia inquinante. Per questo il consiglio è di affidarsi a Karma Metrix che misura, migliora e comunica l’impatto ambientale dei siti web.
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