ChatGPT: cos’è e quando è nato
l 3 novembre 2022 nasce ChatGPT, dando il via ad una vera e propria rivoluzione. In pochi mesi è cambiato il modo di fare ricerche online e di scrivere documenti, stravolgendo anche il mondo del marketing.
Un enorme cambiamento che, però, abbiamo constatato avere un disastroso impatto ambientale.
Si, perché ogni azione che compiamo online comporta una conseguente emissione di CO2 nell’atmosfera: ogni nuovo click mette in funzione svariati server, dispositivi che richiedono più energia elettrica (producendo quindi CO2) man mano che aumentano le nostre attività online.
Quando parliamo quindi di un sistema di intelligenza artificiale che effettua migliaia di ricerche in pochi secondi, il consumo di elettricità sale vertiginosamente. Qualche articolo fa (La Carbon Footprint di Chat GPT) abbiamo scoperto che alcuni scienziati hanno calcolato che il solo training necessario a far funzionare ChatGPT genera tanta CO2 quanto un’auto che percorre per due volte la distanza tra la Terra e la Luna.[1]
L’inizio della guerra delle intelligenze artificiali
Inquinamento a parte, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI rappresenta una vera e propria svolta tecnologica, una rivoluzione che i colossi del digitale non potevano di certo farsi sfuggire.
- Il 6 febbraio 2023 Google annuncia Bard: un chatbot sperimentale di Google basato sul modello di linguaggio digitale chiamato “LaMDA”. È un’intelligenza artificiale generativa che accetta richieste ed esegue attività come fornire risposte e riepiloghi, creando varie forme di contenuto. In poche parole, una specie di ChatGPT realizzata da Google.
- Il 7 febbraio 2023, esattamente il giorno dopo l’annuncio di Bard, Microsoft dichiara il lancio del nuovo Bing, integrato con il modello ChatGPT di OpenAI. L’utilizzo di questo motore di ricerca è già disponibile, in sostanza è come utilizzare ChatGPT ma attraverso il nuovo Bing.
Anche se Bing è responsabile solamente del 3% delle ricerche online, contro il 93% di Google, l’avvento del nuovo sistema di intelligenza artificiale ha permesso al motore di ricerca di Microsoft di rilanciarsi, avviando una vera e propria guerra per la tecnologia migliore.[2]
L’impatto ambientale del conflitto tra Google e Microsoft
Ad oggi Internet inquina ogni anno circa 1.6 miliardi di tonnellate di gas serra. Un dato spaventoso che però sta aumentando vertiginosamente, proprio a causa del conflitto fra i colossi digitali per primeggiare sul controllo dei nuovi sistemi di IA. L’energia utilizzata per addestrare una singola intelligenza artificiale può emettere centinaia di migliaia di chili di emissioni di carbonio.
In un’intervista a Wired Alan Woodward, professore di sicurezza informatica all’Università del Surrey (UK), esprime enorme scetticismo e preoccupazione su questa guerra digitale. Ha infatti dichiarato che “sono già enormi le risorse richieste per l’indicizzazione e per la ricerca dei contenuti su Internet, tuttavia l’incorporazione dell’intelligenza artificiale richiede una massa di energia ben maggiore rispetto a quella attuale” e continua “ogni volta che assistiamo a un cambiamento radicale nell’elaborazione dei contenuti online, assistiamo anche a un aumento significativo delle risorse di alimentazione e raffreddamento richieste dai grandi centri di elaborazione”.[3]
Gli esperti hanno anche dichiarato che l’unione dell’intelligenza artificiale con i motori di ricerca potrebbe aumentare la quantità di potenza di calcolo necessaria fino a 5 volte, accrescendo di conseguenza le emissioni di gas serra.
Come accennato prima, “l’allenamento” e l’utilizzo di ChatGPT provocano una devastante quantità di CO2, le cose ovviamente cambiano in peggio quando “si integra questo sistema di intelligenza artificiale con Bing, un motore di ricerca che gestisce circa 500 milioni di ricerche ogni singolo giorno” afferma Carlos Gómez-Rodríguez, informatico all’Università della Coruña.
Un altro elemento preoccupante è il fatto che non esistono entità terze che possano verificare l’effettivo consumo di questi sistemi di IA, poiché questo enorme consumo di elettricità può essere gestito solamente da grandi compagnie come Google o Microsoft.
Inoltre ad oggi i data center sono già responsabili dell’1% delle emissioni di gas serra a livello mondiale, ma in un futuro abbastanza vicino dovremmo mettere in conto anche la necessità di costruirne molti altri, necessari per far funzionare Bard, Bing e ChatGPT.[4]
Dopo aver letto queste dichiarazioni sorge quindi una domanda spontanea: se Internet inquina già come se fosse il quarto Paese al mondo per emissioni di CO2, siamo pronti per un ulteriore aumento?
Come ridurre questa impronta digitale?
Questo articolo non vuole essere solamente una denuncia fine a sé stessa, criticando un avvento tecnologico che, nonostante i suoi lati negativi, fa comunque parte del progresso digitale. Dobbiamo cercare adesso dei rimedi per integrare queste nuove tecnologie con la vita sulla Terra, promuovendo così uno sviluppo più sostenibile a livello sociale e ambientale. Come possiamo quindi incrementare dei sistemi così energivori in simbiosi con l’ambiente e con la salute di tutti? Abbiamo cercato di sintetizzare alcuni punti qui sotto:
– Aumentare l’utilizzo di fonti di energia pulita
L’uso di fonti di energia rinnovabile può ridurre la quantità di energia necessaria per alimentare i data center e tutti i dispositivi digitali, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale, compensando l’enorme consumo dei nuovi sistemi di intelligenza artificiale.
In una dichiarazione a Insider, Jane Park, portavoce di Google, ha affermato che inizialmente la società lancerà una versione “più leggera” di Bard che richiederebbe meno potenza di calcolo. “Abbiamo pubblicato una ricerca dettagliata sui costi energetici dei modelli linguistici all’avanguardia” ha affermato Park in una nota. “I nostri risultati mostrano che la combinazione di modelli, processori e data center efficienti con fonti di energia pulita può ridurre l’impronta di carbonio di un sistema di intelligenza artificiale fino a 1000 volte”.[5]
Per questo motivo la stessa Park, ha dichiarato che inizialmente la società lancerà una versione “più leggera” di Bard, che dovrebbe richiedere meno potenza di calcolo.
– Incrementare l’utilizzo di cloud sostenibili
Parlando di fonti di energia rinnovabili, è fondamentale menzionare l’estrema necessità d’ora in poi, di utilizzare esclusivamente soluzioni di raccolta dati in cloud sostenibili. Si tratta appunto di cloud provider che si alimentano esclusivamente da fonti di energia pulita, con una conseguente impronta di carbonio inferiore e con una maggiore efficienza dal punto di vista energetico rispetto al classico server aziendale.
– Implementare la sostenibilità digitale
Come ripetiamo spesso, qualsiasi tipo di pratica nell’ambito della sostenibilità digitale è fondamentale per assicurare uno sviluppo sostenibile. Valutare l’impatto ambientale di un sito web per esempio, è l’inizio di una corretta presa di coscienza dal punto di vista della sostenibilità ambientale, permettendo poi di sviluppare strategie per ridurne le emissioni. Una pratica questa che sarà sempre più fondamentale in un’era di cambiamenti tecnologici estremamente energivori.
[1] The Register, 2020
[2] Medium, 2023
[3] Wired, 2022
[4] iea.org, 2022
[5] Businessinsider, 2023