Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un concetto centrale nelle strategie aziendali, compreso il settore bancario. La rendicontazione dei bilanci di sostenibilità è diventata uno strumento chiave per comunicare l’impegno verso un futuro più sostenibile. In questo blog post, esploreremo cosa dovresti considerare quando si tratta di rendicontare la sostenibilità nel settore bancario e porremo una particolare enfasi sulla sostenibilità digitale, comprese le emissioni del sito web.

Cos’è il Bilancio di Sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità è un documento che consente alle aziende di monitorare, valutare e comunicare le proprie prestazioni in termini di responsabilità sociale, ambientale e di governance. Questi bilanci vanno oltre la tradizionale misurazione dei profitti e delle perdite, fornendo una visione completa dell’impatto di un’azienda sulla società e sull’ambiente. Proprio per questa loro caratteristica sono anche definiti DNF, ovvero “Dichiarazione non Finanziaria”.

In un’epoca in cui la sostenibilità è al centro dell’attenzione, la rendicontazione di questi aspetti è diventata cruciale per dimostrare l’impegno verso la responsabilità aziendale. In particolare, nell’Unione Europea la rendicontazione non finanziaria è già obbligatoria per alcune aziende e lo diventerà per tante altre da qui al 2028. Per maggiori informazioni a riguardo rimandiamo al nostro contenuto sull’Obbligo del bilancio di sostenibilità in UE.

Come rendicontare nel Bilancio di Sostenibilità

Prima di vedere cosa mettere, è importante ricordare il come. Ad oggi non ci sono particolari vincoli e le aziende possono operare in libertà. Tuttavia, anche per una questione di pratica e di semplicità che possono aiutare soprattutto quando si realizzano i primi bilanci di sostenibilità, la maggior parte delle aziende fa riferimento a degli standard internazionali che si sono affermati. I due principali sono:

  • Gli Standard GRI: il Global Reporting Initiative è un framework internazionale utilizzato per la rendicontazione delle prestazioni aziendali in materia di sostenibilità, fornendo linee guida e indicatori per comunicare in modo strutturato gli impatti ambientali, sociali ed economici.
  • Il GHG Protocol: è uno standard internazionale per la misurazione e la gestione delle emissioni di gas a effetto serra da parte delle aziende e delle organizzazioni, consentendo loro di calcolare e comunicare in modo coerente le proprie emissioni di carboni.
  • SDGs: noti anche come Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, sono una serie di 17 obiettivi globali mirati a promuovere la prosperità, la pace e la sostenibilità entro il 2030. Essi affrontano sfide come la povertà, l’uguaglianza di genere, l’istruzione, la salute, e la sostenibilità ambientale. Non sono in realtà uno standard, quanto piuttosto una dichiarazione d’intenti.
  • Certificazioni ISO: sono standard internazionali che definiscono requisiti e linee guida per garantire la qualità, la sicurezza, l’efficienza e la sostenibilità dei prodotti, servizi e sistemi di gestione aziendale. Sono utilizzate per migliorare le prestazioni, la competitività e la conformità alle norme globali. Alcune ISO sono delle certificazioni ambientali che aiutano a rendicontare determinati processi o eventi.
  • Altri standard: esistono numerose altri standard oltre a quelli indicati sopra, meno utilizzati ma che possono comunque essere utili a seconda dell’azienda e del settore di provenienza. Possiamo ad esempio citare il Sustainability Accounting Standards Board (SASB) e la Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD).

Scegliere il framework di riferimento è il primo passo per semplificare la scelta di cosa inserire all’interno del bilancio di sostenibilità.

Quali elementi contiene il bilancio di sostenibilità

Nei bilanci di sostenibilità, è fondamentale includere una serie di elementi chiave al fine di fornire una visione completa dell’impegno di un’azienda verso la sostenibilità. Questi elementi possono variare in base alle specifiche esigenze e obiettivi dell’azienda.

Lo scopo principale del bilancio di sostenibilità è promuovere la trasparenza e la comunicazione riguardo alla condotta dell’azienda, ed è per questo motivo che quindi un bilancio di sostenibilità dovrebbe contenere:

  • Informazioni sull’organizzazione;
  • Identificazione degli stakeholder e delle loro aspettative;
  • Identificazione e valutazione delle questioni di sostenibilità rilevanti;
  • Impegno dell’azienda;
  • Gestione dei rischi e delle opportunità;
  • Raccolta dati, analisi e rendicontazione;
  • Progressi, evoluzioni, nuove iniziative;
  • Comunicazione con gli stakeholder;

In sintesi, il bilancio di sostenibilità serve come uno strumento fondamentale per dimostrare l’impegno verso la sostenibilità, coinvolgere gli stakeholder e migliorare le prestazioni aziendali in campo sostenibile, promuovendo la trasparenza e la comunicazione in tutto il processo.

Una volta che è chiaro quali sono le sezioni di cui un bilancio di sostenibilità dovrebbe essere composto, iniziare a redigere diventa molto più semplice. Tuttavia una di queste sezioni è quella che solitamente comporta maggiori dubbi ed è la parte di rendicontazione delle attività ambientali.

I dati di tipo ambientale possiamo dividerli in aree:

  • emissioni di gas serra
  • consumo energetico
  • altre risorse (consumo idrico, rifiuti prodotti e riciclati, consumo del suolo, materie prime etc.)

Concentriamoci in particolare sulle emissioni.

Rendicontare le emissioni nel bilancio di sostenibilità

Anche qui vengono in aiuto gli standard accennati in precedenza. La maggior parte di questi infatti sulla rendicontazione delle emissioni fanno la distinzione nei così detti “scope”, introdotti dal GHG protocol e che sono così divisi:

  • Emissioni Scope 1 – emissioni di gas a effetto serra (GHG) che un’azienda produce direttamente. Esempio sono i veicoli a combustione (non quelli elettrici!), altiforni, combustioni di vario tipo.
  • Emissioni Scope 2 – emissioni che l’azienda produce indirettamente. Qui rientra principalmente l’energia elettrica acquistata, che nel suo uso da parte dell’azienda non causa emissioni, ma che ne ha causate durante la produzione.
  • Emissioni Scope 3 – emissioni non associate all’azienda stessa, ma che riguardano la sua catena del valore e di cui quindi l’azienda è indirettamente responsabile. Rientrano qui ad esempio il trasporto delle merci in conto terzi, i viaggi di lavoro, lo smaltimento dei rifiuti e l’uso dei prodotti venduti.

Gli standard più utilizzati suggeriscono di utilizzare come unità di misura delle emissioni la CO2e, ovvero anidride carbonica equivalente. Sono solitamente rendicontate le emissioni di:

  • uso diretto di combustibili fossili
  • veicoli e flotte aziendali
  • produzione dell’energia elettrica usata in azienda
  • riscaldamento e raffreddamento
  • viaggi di lavoro
  • produzione
  • logistica dei prodotti
  • utilizzo dei prodotti
  • smaltimento dei prodotti

Sono inoltre sempre più spesso incluse le emissioni generate dalla filiera, sia a valle sia a monte, per le attività svolte nei confronti dell’azienda che rendiconta.

Includere la sostenibilità digitale nel bilancio di sostenibilità

La sostenibilità digitale rappresenta un aspetto sempre più rilevante per le aziende e sempre più la vedremo comparire all’interno dei bilanci di sostenibilità. Infatti anche i siti web contribuiscono in maniera significativa al consumo energetico e, di conseguenza, alle emissioni di CO2.

Se si vuole rendere il bilancio di sostenibilità un documento il più possibile completo, esaustivo e trasparente è quindi fortemente consigliabile che tutte le aziende che possiedono un sito web lo rendicontino.

La misurazione realizzata da Karma Metrix è espressa in CO2e ed è allineata ai principali standard internazionali, come il GHG Protocol Corporate Standard e il GRI 305 emissioni. È pienamente allineata agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, contribuendo in modo concreto all’ambizione globale di affrontare sfide ambientali e sociali cruciali.

Questi dati possono essere quindi direttamente incorporati nei bilanci di sostenibilità delle organizzazioni, fornendo un modo tangibile per dimostrare l’impegno verso gli SDG e rendere conto del progresso verso tali obiettivi nei confronti degli stakeholder.

Bilanci di sostenibilità: in quali è presente Karma Metrix?

Tra i clienti che hanno già inserito Karma Metrix e le emissioni del sito web nel bilancio di sostenibilità troviamo:

  • UnipoSai
  • Iren
  • Gruppo RCS (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport)
  • Trenord.

Conclusioni

Il futuro dei bilanci di sostenibilità è destinato a essere sempre più integrato e completo, anche per gli sviluppi normativi previsti. Le organizzazioni che abbracciano questa visione non solo saranno meglio posizionate per affrontare le sfide globali, ma avranno anche la possibilità di prosperare in un mondo che richiede un cambiamento sostenibile. La sostenibilità non è solo un obiettivo aziendale ma diventerà anche sempre più una pretesa da parte di consumatore, partner e filiera.


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